Giornata contro la violenza alle donne: una riflessione di Elena Cherubini
Firenze – Nella Giornata contro la violenza alle donne pubblichiamo una acuta riflessione di Elena Cherubini del Coordinamento Donne Cgil Firenze.
Un altro anno è passato. Siamo di nuovo al 25 novembre. Penso a questo con amarezza, perché dopo un anno, un altro anno, la tragedia della violenza di un genere contro l’altro, di una metà contro l’altra metà, sembra non esaurirsi. Chiedo a me stessa se non è assurdo dover ricordare anche in questo 25 novembre 2011 che il 70% della popolazione femminile mondiale dichiara di aver subito una forma di abuso o violenza nel corso della propria vita, che non solo nel mondo ma anche nei civilissimi paesi occidentali la violenza è la prima causa di morte per le donne fra il 15 e i 64 anni di età; e che in Italia sono milioni le donne che hanno subito violenze fisiche o sessuali.
Poi mi rispondo che sì, vale la pena ricordare, scrivere, parlare. Perché dare voce a chi non può o non può più parlare, serve sempre. Serve a costruire una consapevolezza della gravità del dramma; serve a dare il coraggio di denunciare, serve ad abbattere quella barriera che ancora impedisce il dialogo, azzera la capacità di ragionare civilmente, offusca le menti ammalate di paure, di gelosia, di possesso.
L’abbiamo già detto: il modello economico del consumismo “usa e getta” ha coinvolto anche noi e il nostro corpo, ridotto a oggetto del desiderio, a carne da esporre, toccare, prendere e gettare quando non più “commerciabile”. L’abbiamo già detto: è un modello violento perché genera la convinzione che del nostro corpo si possa usufruire anche con l’uso della violenza.
E la violenza non è necessariamente uso della forza: si può togliere la libertà di scelta anche con la sopraffazione psicologica o economica. Ogni giorno, nella nostra quotidianità sindacale si scoprono violenze: l’uso del ricatto che impedisce di esercitare il diritto di lavorare quando sei o vorresti diventare madre, o quando non sei “disponibile”, o quando le tue capacità e competenze sono meno importanti della tua “bella presenza”, o quando il tuo posto è riservato a un maschio.
La cronaca quotidiana basterebbe da sola a ricordarci l’importanza della riflessione di tutti, uomini e donne, su un tema così delicato come la violenza di genere, un tema che ci riporta indietro sulla strada delle conquiste, una strada che a volte pare purtroppo ancora tutta da percorrere…
Per questo, non smetteremo di indossare i fiocchi bianchi, e non solo il 25 novembre. Ricordiamola questa data e non dimentichiamo che nasce da un fatto vero, un fatto di cronaca nera: nel 1960 nella Repubblica Domenicana furono uccise, su ordine del governatore dell’isola, le tre sorelle Mirabal…soltanto perché si battevano attivamente contro gli atti di stupro nell’isola.
Per loro, e per una società diversa, continuiamo a ricordare…
Elena Cherubini
Coordinamento Donne Cgil Firenze